La Sezione Judo della Polisportiva Comunale Riccione il 24 e 25
aprile ha vissuto due momenti di importante vita sociale fuori dal
consueto tatami alla ricerca di un percorso di vita ricco di
emozioni e
solidarietà.
Infatti, mercoledì 24 aprile è stata ospite nel Dojo della
sezione judo della Polisportiva della Perla Verde la dott.ssa Loredana
Borgogno, psicologa dello sport, docente di EDUCAJUDO e campionessa
Mondiale ed Europea di Judo, nell'ambito di un progetto chiamato: "
LE TRE AUTO sulla strada della CRESCITA - Autocontrollo - Autonomia - Autoefficacia", sottotitolato "
Migliorare l'autostima del bambino è possibile con il lavoro di squadra fra FAMIGLIA - SCUOLA - SPORT".
La dott.ssa Borgogno ha intrattenuto prima i giovanissimi atleti
del judo riccionese in età preadolescenziale e adolescenziale, i
quali con gli stimoli della professionista sono riusciti lentamente a
tirare fuori le loro emozioni, motivazioni e paure. Il bellissimo
percorso proposto fatto di slide, video, immagini ma soprattutto
dialoghi interattivi, ha condotto i giovanissimi riccionesi verso una
nuova conoscenza di se stessi e l'essenza dell'IO.
La serata invece è stata dedicata ai genitori, i quali sono
accorsi numerosi. La dott.ssa Borgogno ha improntato l'incontro prima
sulle motivazioni che hanno condotto le famiglie verso un dojo di judo
per i loro bimbi e poi su come le stesse possono rapportarsi e
interagire con i bambini supportando il lavoro dei loro insegnanti
(judo, scuola, musica), in funzione degli obiettivi e delle attitudini
di ogni bimbo. Non sono mancati momenti di forte commozioni, quando la
professionista ha proposto aforismi tipo "
il bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere"
o quando ha proposto un video sull'assenza genitoriale dovuta spesso a
molteplici impegni lavorativi. La dottoressa, forte degli stimoli
emotivi che hanno toccato i genitori, ha quindi spiegato alcuni modi per
approcciare i bambini/ragazzi, modalità più idonee a comunicare con
loro, valorizzando sempre l'IO del figlio, che non deve essere l'ombra
del genitore, ma è una personalità unica e in fase di sviluppo tanto
fisico quanto emotivo." Spiega Giuseppe Longo responsabile della sezione
judo e fautore dell'incontro.
"Costruire un percorso di vita con i miei ragazzi e i loro genitori è stato entusiasmante
.
Poi, personalmente io l'ho vissuto quale insegnante, ma anche come
padre e marito che condivide con la propria compagna la responsabilità
della crescita emotiva delle proprie figlie.
Sono molto orgoglioso di questi giovanissimi ragazzi che hanno
espresso tante emozioni e mi hanno dato tanti spunti grazie ai quali,
insieme ai loro genitori,
avremo modo sviluppare
per aiutarli a seguire la strada che li porti verso i loro TALENTI... se riuscirò utilizzando lo strumento a me più congeniale
, ossia il JUDO.
Grazie alla dott.ssa Loredana
Borgogno, la quale ci ha illuminato su questa strada che ci potrà aiutare ad assiste i nostri b
ambini/ragazzi durante il loro percorso di vita fatto d
elle loro emozioni e d
elle loro ambizioni
.
Inizialmente, l'idea di questa proposta educativa extra era stata
ideata per aiutare i ragazzi e le famiglie ad affrontare serenamente il
passaggio dal preagonismo all'agonismo, cercando di marginalizzare il
fenomeno dell'abbandono legato proprio a paure e ansie che come ha
spiegato la dott.ssa Borgogno , spesso sono solo nostre fantasie, perché
non si può aver paura di qualcosa che non si conosce e quindi la vera
lotta è quella con noi stessi nella ricerca del nostro IO.
Alla fine della giornata, abbiamo scorperto che le emozioni,
dalla gioia alla paura, sono l'elemento essenziale della nostra
esistenza e che come genitori e/o insegnati abbiamo gli strumenti per
canalizzare la nostro emotività verso il costruire comune, a prescindere
dal livello educativo, lo sport praticato, la religione o il colore
della pelle, riusciremo a dare questi stessi strumenti ai nostri figli, i
quali magari generazione dopo generazione potranno migliorare a loro
volta.
In questo modo, io che sono un insegnate di judo sto scoprendo
quello che il nostro fondatore Jigoro Kano già a fine del 1800
chiamava
Jita Kyoei, ossia "insieme per crescere e progredire".
Il 25 aprile sull'onda emotiva del giorno prima la sezione judo della
Polisportiva
Riccione si è mossa in un corpo e anima unica
in occasione dell'annuale "Memorial Gianluca Frisoni", giovanissimo
judoka che il 25 aprile 2013, compiva 9 anni e faceva il suo primo esame
di cintura, che coincideva con la chiusura del primo anno di vita della
sezione judo. Dopo qualche mese Gianluca ha iniziato un lungo calvario
causato da una grave forme leucemica che un anno dopo lo allontanava dai
propri affetti. Da quel giorno, tutti i 25 aprile la sezione judo e i
giovani cestisti dei Dolphin Basket Riccione si uniscono in memoria di
Gianluca. "Quest'anno a differenza degli altri anni abbiamo voluto
dismettere pallono e judogi, per fare una camminata dal Parco della
Resistenza a quello degli Ulivetani, per coinvolgere più attivamente le
famiglie e tutti i vecchi amici di Gianluca che magari si sono
allontanati dalle attività sportive del tempo, ma come molti, hanno
ancora un ricordo indelebile del sorriso di questo bambino. Al nostro
ritorno al Parco della resistenza, grazie al contributo del panificio
Zanni, è stata offerta la merenda a tutti i presenti e l'allenatore di
basket di Gianluca, Giafra ha proposto un divertentissimo gioco di
orientamento che ha visto coinvolti bambini e adulti che con i loro
capellini rossi anno animato il Giorno della Resistenza nell'omonimo
parco della nostra splendida città. " racconta Giuseppe Longo.